lunedì 18 luglio 2011

Da http://www.bsairestango.com - 18 luglio 2011

In occasione della pubblicazione del libro


Tango : testi e contesti    di Nicola De Concilio, Aprile 2011
l’autore ci regala un articolo descrittivo dei temi in esso trattati. 
Lo ringraziamo e ben volentieri lo pubblichiamo.

A settembre, durante le Xgiornate di Brescia potrete trovare il libro in vendita presso la nostra ubicazione nella tensostruttura di via S.Faustino.

L’autore consiglia per la lettura dell’articolo  l’ascolto del brano:
Come se canta en Napoles  - Carlos Gardel




L’elemento italiano nella poesia tanguera dal 1870 al 1930
di NICOLA DE CONCILIO
Il tango fu la rappresentazione culturale, artistica, popolare più eloquente del mosaico di nazionalità che componeva il paesaggio umano di Buenos Aires a cavallo dei sec. XIX e XX.
Miezcla milagrosa, frutto della molteplicità di apporti culturali, il tango, esperienza simbolico-espressiva tra le più feconde e più profondamente radicate nella comunità porteña, reca la traccia distintiva ed inconfondibile della presenza italiana. L’influenza che la comunità immigrata italiana ebbe nella formazione dei costumi e della cultura rioplatense fu superiore a quella di qualsiasi altra comunità.

ARRIVO INMIGR. AGOST. 1912Tra il 1880 e il 1914 entrarono nel Paese2.022.326 immigrati provenienti da distinte regioni dell’Italia che si sommarono ai molti che risiedevano già in loco. I primi vennero con Pedro Mendoza nella fallita fondazione del 1536, tra essi Leonardo Gribeo al quale una antica tradizione raccolta da Pastor Obligado attribuisce l’aver portato da Cagliari a Siviglia l’immagine della Vergine di Bonaria che diede nome alla città di Buenos Aires.
Il censimento del 1895 dimostrò che nella città di Buenos Aires su un totale di 663.854 abitanti, 181.693, il 27,3% fossero italiani; 150.376, il 22,6% porteños; 121.461, il 18,1% bonaerensi; 80.352, il 12,1%, spagnoli; 46.524, il 7%, delle altre province del Paese di altre nazionalità quali: francesi, inglesi, tedeschi.
Il censimento della popolazione del 1895 segnalò inoltre l’esistenza di 366.000 proletari dei quali 160.000 immigrati: napoletani ortolani, genovesi facchini, piemontesi muratori, calabresi pescivendoli, siciliani ciabattini , mescolati con gauchos inurbati, compadritos di periferia, in un’amalgama nella quale ebbe notevole importanza il conventillo.
patio de conventillo 1914Come è noto, ogni opera letteraria, ogni contesto narrativo, presuppone un dialogo, una base discorsiva tra narratore e pubblico. Così i versi di un tango racchiudono un patrimonio di esperienze, nessi, valori negoziati o condivisi, facenti parte di un terreno comune. Più un tango è conosciuto, interpretato, inciso, tanto più è rivelatore della mentalità della comunità alla quale si rivolge.Veicolati dalla musica ed accompagnati dalla danza, i versi di tango furono persino in grado di abbattere i diaframma linguistici tra le varie classi sociali e diffondere espressioni che in altri contesti non avrebbero avuto accesso.

Il lunfardo, argot creato nel secolo XIX in larga misura ad opera degli immigrati italiani dell’arrabal di Buenos Aires, da linguaggio occulto, metaforico, costruito a partire dallo scambio tra società carceraria, giovani e mondo dei lavoratori, giunse, per mezzo del tango, i cui testi e musiche furono in gran parte opera di compositori italiani o di origine italiana, a conquistare l’intera società, diffondendo ovunque italianismi: sostantivi, verbi, aggettivi provenienti in larga misura dall’italiano e dai suoi dialetti: ligure, piemontese, calabrese, napoletano, veneto, tra gli altri.
Una semplice osservazione sull’ascendenza dei grandi artefici del Tango nella sua ultrasecolare esistenza, è prova sufficiente di tale affermazione. Discendenti diretti di italiani furono Francisco Canaro, Agustín Bardi, Roberto Firpo, David Rocatagliatta, Genaro Spósito, Vicente Greco, Julio De CaroOsvaldo Fresedo,Carlos Di Sarli, Francisco Lomuto, Osvaldo PuglieseAnibal Troilo, Pascual Contursi, Homero Manzione (Manzi), Enrique Maroni, Enrique Santos Discépolo, Lucio Demare, Juan de Dios Filiberto, Armando J. Taggini, Mario Battistella, Mario Melfi e centinaia e centinaia di altri creatori che forgiarono questa arte singolare del Rio De la Plata chiamato Tango.

Gran salon de baile armenoville 1911La presenza capillare dell’elemento italiano nelle letras de tango, la scelta identitaria che le connota, testimonia il rilievo che la lingua degli immigrati italiani ebbe nella formazione dell’immaginario collettivo dell’epoca, e nella costruzione della nuova identità urbana del Paese .
Il lavoro di ricerca,   che abbraccia l’epoca storica a cavallo tra i  secoli XIX e XX, fase di modernizzazione economico sociale  dell’Argentina, mette a fuoco una delle immagini più rappresentative del  aluvión migratorioquella appunto dell’ italiano, del tano, come comunemente veniva nominato, attraverso i testi che lo presentano o autorappresentano, per  rintracciarne lingua, cultura, rapporto con la nuova realtà, sforzo di conservazione delle proprie radici. L'immigrazione italiana trapiantò nella geografia porteña e argentina la propria cultura mediterranea, i propri valori etnici peninsulari, esercitando nel contempo uno sforzo altrettanto significativo di integrazione. L’immigrato italiano, acriollandose, apprendendo  le abitudini della sua nuova terra, elaborò  nel tempo   un senso di appartenenza alla nuova Patria.
La scrittrice Cesarina Lupati, nel lontano 1910, documentando il suo viaggio a Buenos Aires, a proposito del barrio de la Boca, scrive :
 E’ una cittaduzza che ha, senza saperlo, un nobile compito: quello di dare a noi italiani, a traverso uno spazio di seimila miglia, una visione di cose nostre, di farci sentire che  la Patria lontana può essere presente ovunque l’uomo la ricordi e la sappia ricostruire”.
Pizza e moscato  BARRIO DE LA BOCA   1929Una esperienza significativa ancora e forse soprattutto oggi, per comprendere come a partire dalla diversità, dalla frammentazione etnica, si possa trovare comunanza di valori, un nuovo senso di appartenenza  su cui edificare la convivenza.

L’indagine compiuta sui testi di tango ha rivelato la fitta e ricorrente  presenza di stereotipi,  che rappresentavano l’alterità. Molti di essi furono impiegati proprio  nei confronti dell’immigrato italiano, a testimoniarne la viva presenza in seno alla società porteña .
L'elemento italiano  presente nella musica del tango con  strumenti: flauti, chitarre, violini, arpe, fisarmoniche, più tardi bandoneon, prodotti,  suonati da  italiani, è presente, come già ricordato, nella poesia del tango. Il lunfardo, argot di moltissime letras de tango reca l’impronta inconfondibile della lingua e dei dialetti italiani, la lingua dell’immigrato.

Espressione simbolica forte di una società,  emblema di una identità culturale, il tango fin dalle origini reca con sè una forte impronta italiana ed è  per questa ragione, probabilmente, ancora oggi  la sua  musica, la sua danza  incontrano proprio in Italia un folto pubblico di appassionati ed una gran proliferazione di luoghi, milonghe dallo stile porteño,  una  patria artistica, parafrasando Cesarina Lupati,  ricreata, ricostruita sul modello di quella lontana.




11533_183585333694_732233694_2867191_615528_n[1]L’AUTORE
Nicola De Concilio nato a Settimo Torinese (TO), docente di Lingua, Letteratura italiana e storia nei licei. Maestro di tango argentino e musicalizador (don niko) in Italia ed all’estero, svolge un Dottorato di Ricerca sul tema del rapporto fra tango argentino, musica e testi, ed immigrazione italiana, presso la Universidad Autónoma de Madrid.

Don Niko Tango Dj
Predilige il genere classico, il Tango della Epoca de Oro, ma anche la rivisitazione timbrica e ritmica operata da orchestre contemporanee. Svolge l’attività di musicalizador dal 2006 . Ha gestito milonghe e condotto numerose serate in Torino e Provincia . E’ stato inviato a musicalizzare in diverse città italiane tra cui: Parma, Cremona , Roma e Venezia . Dal 2008 al 2010 ha operato come Dj in Spagna , musicalizzando in diverse milonghe di Madrid. Adotta lo schema classico con tandas e cortine non ballabili. E’ attualmente uno dei Dj dei “Nuovi Venerdì di Tango” dell’Aldobaraldo, il locale storico del tango a Torino.



lunedì 11 luglio 2011

12 Luglio - Parco di Marano ( Parma ) - Dj Don Niko


Per tutti i martedì, al Parco di Marano (a soli 8 Km. da Parma all'indirizzo Str. Traversetolo, 349) la milonga estiva di VogliadiTango.
Dalle ore 21:00 alle ore 22:00 lezioni gratuite per principianti, dalle 22:00 fino alle 2:00 circa Milonga! L'ingresso è a offerta.
Possibilità di cenare presso il ristorante "Al Parco" del Parco di Marano (tel. 0521.643108).
12 Luglio alla consolle Don Niko da Torino !!! Contestualmente alla serata di milonga sarà brevemente presentato il libro 
"Tango: testi e contesti".
Per info 340.7385789.

giovedì 7 luglio 2011

8/07/2011 Venerdi all'Aldobaraldo - Dj Don Niko


VENERDI' 8 luglio dalle ore 22 La Milonga del venerdi dell'Aldobaraldo, il locale storico del tango argentino a Torino, in via Parma 29/b, il locale che ha visto esibirsi i migliori ballerini di Buenos Aires da Pablo Veron a Geraldine Rojas e Javier Rodriguez, da Esteban Moreno e Claudia Codega a Omar Quiroga e Veronica Palacios e tantissimi altri..., il locale che più di ogni altro si avvicina ad una vera milonga di Buenos Aires.



Ingresso 5 euro consumazione analcolica inclusa 



Per questo venerdì del nuovo corso dell'' "Aldobaraldo" abbiamo il piacere di riproporvi in qualità di Dj Don Niko

Vi aspettiamo numerosi.



Lo Staff dell'Aldobaraldo



Il Circolo Aldobaraldo, gemellato con Porteño y Bailarin Milonga de Buenos Aires, si trova a Torino, in via Parma, 29 quasi angolo con Corso Palermo, con ingresso dal cortile.

E' un locale storico del tango in una delle zone più antiche della "Torino Operaia", la Barriera di Milano, a due passi dal centro città, sulla direttrice per Corso Giulio Cesare.
Vi ricordiamo inoltre la meravigliosa Pizzeria Aldobaraldo con il mitico pizzaiolo Umberto

Info e prenotazioni 335/7224576