mercoledì 11 luglio 2007

Omaggio a Hugo Diaz

27 Maggio : milonga dell’addio




Chiude uno storico locale : Il Caffè Blue


Ore 24 di domenica 27 maggio: tutti presenti al Caffé Blue. La storica milonga torinese chiude i propri battenti. Alla consolle, Carlo Margiocchi che con Patrizia Pollarolo è da sempre l’anima delle serate di Tango. Il suo “Ciaooo” , più lungo e roboante del solito , abbraccia il folto pubblico accorso per l’ultima volta. Molti i volti sconosciuti tra i presenti.Il momento è intenso: “ …Benvenuti al Caffé Blue… all’ultima domenica del locale.. “.Non ricordo le esatte parole, a dominare la scena era soprattutto il pathos con cui sono state pronunciate, insieme all’applauso fragoroso, spontaneo, del pubblico, la conferma che il DJ interpretava i sentimenti di tutti . Segue il “tango” dei futuri appuntamenti : lezioni, stage, serate, sorteggi di libri e cd. Prassi di una serata normale, ma che in una serata eccezionale genera un alone di commozione.Chi, come lo scrivente, circa due anni fa , ha mosso i primi passi di tango in questo luogo, vivendo le difficoltà, i timori degli inizi , con la chiusura di questo locale, ad un anno di distanza dalla chiusura di un altro celebre locale torinese, il “ Procope”, si sente un po’ orfano.L’atmosfera di nostalgia si era diffusa fin dalle prime ore della serata : flash di scatti fotografici, cineprese ovunque, a riprendere non la regale esibizione di Gustavo Neveira, i funambolismi di Chicho Frumboli, le evoluzioni di Julio Balmaceda e Corina De La Rosa o di altre celebrità che nel tempo hanno reso prestigiosa la milonga.Protagonista assoluta questa volta è stata la milonga stessa , nel momento solenne della sua storia : la sua fine.Carlo Margiocchi, in veste di cerimoniere, telecamera in spalla, tributa il meritato omaggio e commiato a questo locale che definirei semplicemente “Unico”.Il Caffè Blue vede la luce 10 anni fa , all’interno dei fabbricati dei Docks Dora, tra gli ultimi complessi della cosiddetta archeologia industriale, costruiti negli anni precedenti la prima guerra mondiale come deposito per lo smistamento ferroviario delle merci.Nell’era post- industriale, il complesso, proprio per la suggestiva ambientazione storico culturale, diviene un laboratorio di nuove tendenze artistiche e professionali.In questo contesto, in via Valprato 68, all’interno di un quartiere che ricorda l’epoca in cui nacque il tango argentino e in uno spazio che conserva alcune vestigia dell’era industriale, come il pianale di un vagone ferroviario adibito a palco e a postazione DJ, nasce il Caffè Blue.L’ atmosfera da “barrio tanguero”, negli anni , è andata progressivamente perdendosi, causa la nascita di cantieri e la presenza di ruspe decise ad eliminare ogni traccia del passato.Il Caffè Blue tuttavia resisteva, forte del suo successo di presenze in una città, Torino, che per la diffusione del tango e per alcune analogie con la sua capitale mondiale , è stata definita la “Buenos Aires italiana”.I Docks Dora oggi sono quasi definitivamente cancellati dai grotteschi alveari del 2000 e con essi perirà il nostro amato locale. Si vocifera che la proprietà, in accordo con la modernità dei tempi abbia in mente un più “florido” utilizzo degli spazi , la creazione ad esempio di un centro commerciale.“Risanamento delle periferie” è la frase che riecheggia. Più corretto sarebbe dire : cancellazione del paesaggio urbano, di mattoni che trasudano lavoro, fatica , lotte. Siamo davvero certi che il recente passato di una città, appena riconoscibile nelle residue tracce resistenti, rappresenti una ferita da “risanare”, una identità da dover rimuovere?
Il paesaggio che vedo fisicamente annientare sotto i miei occhi mi appartiene ed appartiene a coloro, tanti, che come me sono cresciuti nell' "arrabal "proletario di Torino. Quanto tempo potrà seguitare a resistere nella nostra memoria?

Torino, 10.07.2007 Nicola De Concilio