martedì 23 agosto 2011

1 SETTEMBRE RIMINI- MILONGA ALL'OSTERIA N. 1 - DJ DON NIKO

Milonga all'Osteria n.1
Ottima atmosfera, splendido pavimento,circondata dal verde, facilmente raggiungibile.dalle ore 20:30 : milonga fino alle 01:00 con tandas y cortinas






giovedì 01/09/2011 Don Niko tango Dj    studioso di tango, docente e autore di libri sul tango, ballerino e maestro.        Predilige il genere classico, il Tango della Epoca de Oro, ma anche la rivisitazione timbrica e ritmica operata da orchestre contemporanee. Adotta lo schema classico con tandas e cortine non ballabili.                          Ingresso con consumazione o anticipo sulla cena 7€                                                                     Osteria n,1Via Tonale, 71Rimini (RN)                                                                                                                  info Osteria: tel. 0541 743480 Stefano - cel. 333 5661636 Melania                                                           info milonga: Giò 3473229936






l'evento si ripete tutti i giovedì dell'estate.

Sui RADUNI MILONGUERI e su altro... (Nicola De Concilio)


Sempre più spesso su Facebook mi giungono informazioni su “raduni milongueri “ organizzati in tutta Europa.
 Le parole chiave delle manifestazioni , a partire dal termine “raduno” e “stile milonguero”, sono  le seguenti: “tango tradizionale, codici della pista, mirada e cabeceo”.
Mi sforzerò di spiegare, per chi avrà voglia di leggere queste righe, perchè dissento da  questo genere di manifestazioni .
Le ragioni del successo di  tali  iniziative,  sono note : le piste europee sono spesso “invivibili”, “impraticabili”, difettano di autocontrollo, rispetto reciproco, imperversa la “figuromania”; ricordo che con il termine  “verduleros” , in senso dispregiativo, venivano appellati coloro i quali a Buenos Aires, sacrificavano elegancia y compas per la “verdura” appunto.
Quale risposta all’imperversare della maleducazione  nasce quindi  la “premiata associazione per la protezione del tango e dei tangueri”, il cosiddetto “raduno”, termine che fino a ieri avevo ascoltato soprattutto  a proposito dei corpi di carabinieri, bersaglieri, alpini, ecc, con tutto rispetto per i citati corpi.  Il messaggio è il seguente : signor /ra  mio/a, vuoi distinguerti dalla massa insulsa che pesta i piedi sulla pedana, i calli , le caviglie del prossimo? Ti  costruiremo un  recinto su misura per te , una splendida pista in marmo o palque per i tuoi delicati piedini, dove nessuno ti disturberà e sarai protetto da ogni tempesta pseudotanguera e salvaguardato nell’ortodossia del ballo, della musica.
Il tango, la sua  musica, non ha bisogno di difese d’ufficio, si difende da solo, prova ne  sia che a oltre cento anni dalla nascita, pur con qualche calo di tensione storica, è tuttora vivo e vegeto in tutti i continenti del globo.
 Premesso  che  le dispute tra tendenze moderniste e tradizionaliste nel ballo esistono fin dalla sua orgine senza che mai, fino a poco tempo fa , si pensasse  di creare “recinti salvatango”, mi chiedo perchè proprio ora.....(Prego di pazientare per la risposta che arriva).... premesso che non ci sia cosa  peggiore che ballare con chi non ha voglia di ballare con te e che “mirada e cabeceo” esistono a priori nei rapporti umani e non serve farne una nuova “regola” o “legge”, il mio pensiero è che sia l’umanità del ballo a dover  essere preservata, non altro.
La milonga  rioplatense nasce  quale luogo sociale di incontro fra razze culture che non possedevano neppure un linguaggio comune e che il tango la sua musica  ha contribuito a cementare a saldare.  I suoi testi hanno creato una geografia mitica di luoghi  che sono stati fissati nell’immaginario collettivo, la rappresentazione di una identità , di una nuova patria comune, una patria artistica, culturale nella quale riconoscersi e sulla quale edificare la propria convivenza.
 A fronte di questo messaggio di “unione” che viene da lontano, oggi, in  epoche  di leghismo, frondismo, si tenta di separare. Ma separare che, mi chiedo? iIl grano dalla pula? Il buon ballerino dal pessimo ballerino? Lo zotico dal virtuoso? O forse partecipando ad un “raduno” si acquista a buon mercato la patente di buon ballerino dispensandosi dalla fatica dello studio e della pista? Ho molti dubbi a questo proposito.  Non sarà per caso l’invito  bizzarro al  camuffamento, alla maschera? E’ arcinoto che “El tango no miente”, scendi in pista e balla ed in ogni istante ci sarà qualcuno pronto a biasimarti, ad ammirarti ed in ogni caso a giudicarti. Ricordo, per l’orecchio di chi vuole stare a sentire,  che le competizioni, ufficiali e  meno ufficilai  nel tango fin dai suoi albori  sono sempre esistite e mai nessuno per questo motivo si è sentito minacciato nella sua “etica dell’abbraccio”.
E allora? Allora facciamo ritornare le milonghe quelle che erano, luoghi vissuti dalle persone, perchè no anche dalle famiglie, dove si  convive , si conversa, si condivide in armonia, e poi vederete che sarà  molto più difficile che qualcuno pensi di dover prendere a calci qualcun altro in pista dopo aver conversato o pranzato insieme . Sarà molto più facile tenere a posto gli istinti primordiali , “homo homini lupus” scomodando Plauto e Hobbes,  che albergano in  TUTTI noi , milongueros e non... e lasciamo in pace il tango, non tiriamolo da una parte o dall’altra a nostro comodo.
 Ah perdon... non ho risposto alla domanda... Che i sedicenti “raduni” non siano altro che una nuova formula  nazionale o transnazionale di business?
NICOLA DE CONCILIO