lunedì 21 giugno 2010

Tango European Championship,riflessioni conclusive di un partecipante.


Si è concluso ieri a Torino il primo Tango European Championship, un evento di portata mondiale che ha avuto Torino come sede di svolgimento. In queste righe ripercorro la cronaca della mia partecipazione alla manifestazione con il proposito di contribuire a metterne in luce alcuni aspetti.


Prima dell’evento

Mi trovavo a Buenos Aires, ai primi di maggio, quando sfogliando le pagine di Tangauta, celebre rivista porteña, a fianco di un articolo sulla Festa del Bicentenario della Liberazione che di lì a poco più di un mese si sarebbe celebrata in Buenos Aires, scorgo una inserzione di una pagina intera a colori dedicata all’avvenimento. Ciò che immediatamente richiama la mia attenzione sono i logos della città di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte, a fianco di quello della Ciudad Autonoma de Buenos Aires. Stupore, meraviglia, poi gioia ed orgoglio per la scelta di Torino. Molti porteñi erano al corrente della mia provenienza torinese e percepivo il fatto che Buenos Aires, la mia città “ideale” e Torino, la mia città “reale” si incontravano , si parlavano, sul terreno di una danza che è cultura, storia , identità. Quasi incontrassi in questa pagina di rivista la chiave di lettura del perché presso noi torinesi di nascita o adozione il tango argentino alberghi come in nessun’altra parte d’ Italia e d’Europa. Nei giorni successivi ,frequentando le milonghe porteñe, fioccavano le domande su Torino, il tango, l’ambiente del tango, i maestri. “Torino capitale europea del tango” non era pertanto solo uno slogan torinese. L’inserzione pubblicitaria, per sommi capi elencava le caratteristiche dell’evento e spiccavano termini come “ Giuria”, “ Competizione”. Sapevo quanto Claudia, la mia compagna, fosse poco incline al partecipare a gare, competizioni, ma non ho avuto difficoltà a convincerla, usando quale principale argomento il fatto che a questo riconoscimento dato a Torino dovesse corrispondere un comportamento partecipativo. Mettendo da parte ogni esitazione , remora, verificato che la sua nazionalità venezuelana non avrebbe costituito un impedimento, decidiamo prontamente, via e-mail di iscriverci. Quale maniera più “ indolore” di ritornare a Torino, se non scoprendo che un pezzo di Buenos Aires si sarebbe trasferita con noi ? Con ludica euforia frequentiamo le ultime lezioni di tecnica con i nostri amici ed eccellenti maestri Fabian Camardelli e Bettina Vainer , fino ad intraprendere il viaggio di ritorno.


Durante l’evento

Giunti a Torino, sfogliando i giornali e ascoltando i telegiornali ci accorgiamo che la manifestazione valicava i confini del tango ed abbracciava il terreno della cooperazione internazionale in ambito culturale, con firma di protocolli tra la Ciudad Autonoma di Buenos Aires ed il Comune di Torino per la promozione dei rispettivi territori e la realizzazione di eventi e iniziative congiunte nei settori Arte, Cultura, Turismo e Scienza. Il Piemonte , è risaputo, ha dato un gran contributo attraverso l’immigrazione alla formazione della stato nazione Argentina ed i vincoli tra le due realtà geografiche ed umane sono scolpite nell’identità delle rispettive popolazioni. Immediatamente ci siamo però resi conto che nonostante le forti ripercussioni nazionali ed internazionali, l’avvenimento non aveva quel respiro corale che ci saremmo aspettati, che le diverse anime del variegato mondo tanguero torinese non si incontravano in questa importante iniziativa. Si era creato un “partito dell’astensione/avversione ” nei confronti della manifestazione, il cui eco ha raggiunto il web prendendo forma di invettiva , a tratti a mio giudizio, offensiva o sarcastica. Una manifestazione di questa portata può anche essere criticata o addirittura boicottata, mi sono detto, però occorre avere argomenti seri per poterlo fare.

Proverò a riassumere codeste “critiche ” cui tenterò di opporre delle riflessioni:

Critica 1

Errori da parte dell’Organizzazione dell’evento, esterna alla città di Torino, rea di non aver saputo interloquire con la realtà locale. Molti maestri torinesi non si sarebbero sentiti coinvolti ed incorporati all’interno della manifestazione e per questo motivo si sarebbero resi estranei all’evento.

Risposta

Non si è obbligati a partecipare ad una manifestazione che ha richiamato e richiamerà, se confermata il prossimo anno, ballerini e turisti da tutta Europa, quest’anno magari poco informati da una campagna stampa con alcune pecche, ma già dal prossimo anno sicuramente più chiara ed efficace. Si può tranquillamente vivere senza preoccuparsi dell’interesse generale della città in cui si vive, dell’indotto turistico che alimenta una grande manifestazione, del fatto che iniziative di questo genere contribuiscano a rilanciare Torino in altri settori che non siano solo quello industriale, peraltro “ in crisi” da anni. In sintesi, non è obbligatorio nutrire un sentimento di appartenenza.

Le Cassandre della manifestazione si mettano però la mano sulla coscienza quando in pellegrinaggio presso l’Amministrazione Comunale chiedono spazi e finanziamenti per le proprie attività. Bisogna dare per aver diritto di ricevere, e la forma, ancorché imperfetta, non può essere considerata un alibi per non giungere alla sostanza. Ciò che ho ravvisato, in alcuni casi, è la posizione di comodo di chi teso unicamente alla cura del proprio “particulare”, per usare una espressione guicciardiniana , ha fatto ricadere la responsabilità della non partecipazione unicamente su chi organizza… responsabile del deficit organizzativo, dell’invasione” di spazi altrui, ecc.

Conclusione sintetica : - chi non fa nulla certamente non corre il rischio di sbagliare.


Critica 2

LA COMPETIZIONE: chi giudica chi ? … “il tango è un ’abbraccio e pertanto non può essere oggetto di valutazione” ed altre frasi dello stesso tenore, ascoltate o lette….


A mio giudizio si usa una definizione sbagliata, preferisco quella di Miguel Angel Zotto : “Il tango è un atto d’amore”, questo sì che sfugge ad ogni valutazione, non l’abbraccio che invece può e deve essere migliorato anche grazie a giudizi esterni, a che servirebbero altrimenti i maestri, un errore di postura può produrre anche danni alla colonna vertebrale, non ha solo un rilievo estetico. Preferisco l’onestà di chi afferma che nonostante un’attività di insegnamento di anni e l’aver calcato diversi palchi per una esibizione , ammette di non essersela sentita di sottoporre ai raggi X di occhi attenti e competenti di maestri del calibro di Miguel Angel Zotto, Roberto Herrera, Claudio Hoffman , Gabriel Missè, Natalia Hills, le proprie virtù tanguere

In questi giorni , non solo amici ma anche semplici conoscenti o sconosciuti, si sono avvicinati a noi per confortarci nella scelta di sottoporci ad una prova così impegnativa sul piano fisico e psicologico. “Non è da tutti”, ci hanno detto…. Aggiungo il mio personale plauso a tutte le coppie partecipanti alla manifestazione, a tutte loro dico grazie per quanto hanno saputo insegnarmi dentro e fuori la pista. Abbiamo vissuto giorni meravigliosi di lavoro, attesa, scambio, consiglio mutuo e talvolta anche confronto serrato … però questa è la vita. Si compete e ci si confronta in armonia o disarmonia fin da quando si nasce, sfidando il terreno in cui muoviamo i primi passi. Perché proprio il tango dovrebbe restare escluso dal gioco della vita ? Perché una tale mutilazione? Naturalmente come spesso succede nella vita si può non essere d’accordo sui parametri di valutazione o sul giudizio espresso… però non mi si dica che non si esprimono giudizi quando si vede qualcuno ballare… anzi… si giunge persino ad interrogarsi su chi siano i maestri… gli stessi tangueri a volte, con orgoglio dichiarano i nomi dei propri maestri per l’orgoglio di appartenere ad una certa scuola.


Critica 3 :

Prezzi alti


Risposta


Ho partecipato all’intera manifestazione versando 45 euro all’Organizzazione che ovviamente non poteva realizzare un investimento di tali proporzioni senza ricorrere necessariamente a sponsor, finanziamenti e biglietteria .


Riassumo i dati dell’offerta :

a) la visione di una interessante mostra sul tema: tango e immigrazione, la prima che vedo a Torino, le altre le ho viste a Buenos Aires

b)un pass per 7 serate di milonga e prezzo ridotto per lo spettacolo finale al Teatro Colosseo!!!!

c) Esibizione di coppie di ballerini professionisti , alcune delle quali tra i migliori in assoluto

d) Dj di Livello internazionale

e) Orchestra di alto prestigio

f) il diritto a partecipare ad una competizione di tango salon

g) Uno spazio con impianto audio per provare da lunedì a domenica per 9 ore al giorno con servizi e spogliatoi più che decorosi

h) un servizio bar con prezzi onesti

i)la possibilità di dare un’occhiata ed informarsi sui capi di vestiario in esposizione di alcune tra le migliori boutique di tango di Torino e fuori Torino

l) la possibilità di conoscere, scambiare idee con ballerini, maestri provenienti da tutta Europa.

f)E poi… le emozioni, tante come quando si decide di affrontare una prova impegnativa.

Lascio a ciascuno il diritto di tradurre in altre matematiche questi dati che sono a mio giudizio irrefutabili.

Critica 4 I fondamentalisti del tango, ossia quelli che oppongono manifestazioni “ vere, autentiche ” a quelle “meno vere”, ….


Risposta

Seminatori di discordia…. Un po’ più mite di Dante, siamo pur sempre nel XXI secolo, ….per la legge del contrappasso li costringerei ad organizzare GRATIS per un anno manifestazioni di tango di portata internazionale in totale assenza di pubblico e sponsor .


Conclusioni.


Sono certo che gli organizzatori faranno tesoro dell’esperienza di quest’anno e cercheranno di fare meglio il prossimo anno, a loro va comunque il mio grazie per aver costruito in poco tempo, date le proporzioni, un grande evento che ha solidità e struttura per durare. Per quanto mi riguarda mi auguro venga confermata Torino quale sede della prossima rassegna, auspicando per l’occasione maggiore coesione e collaborazione da parte di tutti coloro che in questa città operano nel mondo del tango.


Buone cose a tutti


Don niko (el tano)