martedì 3 luglio 2007

Tango: Alfabeto del principiante




Todos hemos sido principiantes

L’apprendimento è un’impresa ardua in qualunque disciplina, il tango non fa eccezione.
Gli appunti che seguono non parlano di tecnica, “anima fia a ciò più di me degna”, indicheranno invece semplici coordinate , utili a chi sta iniziando ad orientarsi nel mondo del tango e spero anche a chi da tempo lo frequenta e non disdegna un attimo di riflessione. L’alfabeto del principiante è pertanto dedicato a vecchi e nuovi principianti.


Chi inizia a ballare in una milonga deve poter contare su una buona dose di :

COLLABORAZIONE : aiuto di chi fino a quel momento non conosce e con cui deve interagire. Cosa potrà fare egli per poter essere ben accetto ed aiutato? Può innanzitutto cercare di essere gradevole nei gesti e curato nella persona ( dettagli come alito fresco, igiene , sono fondamentali sempre….. in particolar modo quando non si hanno altre frecce al proprio arco).
Il ballo , il tango, prevede una vicinanza, in cui giocano elementi: fisici , psicologici, emozionali, relazionali, ed è proprio l’armonia di questi elementi a costituire l’essenza della disciplina. C’è però chi pensa che il tango sia soprattutto tecnica e che in pista occorra dimostrare tutto il proprio bagaglio di conoscenze . Domanda: a cosa serve tanta “erudizione” quando ignoriamo chi ci sta accanto o, peggio ancora , chi sta ballando con noi , preoccupati unicamente di ostentare la nostra presunta bravura?
“Hacen falta dos para bailar tango”, no te olvides.

FORTUNA “ Al saber le llaman suerte” dice il tango. Il principiante non possiede elementi per giudicare il maestro che ha scelto o di cui gli è stata consigliata la scelta: questo significa che il suo futuro di ballerino è in parte affidato al caso : potrà non saper tenere nel dovuto conto i consigli del buon maestro o , causa un pessimo maestro, persistere a lungo in errori la cui correzione potrà avvenire solo a prezzo di durissimi sforzi personali, se addirittura non ci arrenderà e si abbandonerà persuasi di non avere attitudini.

AUTOSTIMA. Il principiante ha bisogno di dosi massicce di questo ingrediente per riscattare il rango di “paria” cui è condannato all’alba del suo tirocinio. Così come a scuola un giudizio negativo può essere inteso come un giudizio sulla persona, nel tango, la minor o maggior competenza può offuscare qualità umane e ferire , isolando, chi è semplicemente agli inizi.
”Audax fortuna adiuvat”, ha più possibilità di progredire nel ballo chi, sfidando sguardi ironici o di disapprovazione trova il coraggio di calcare la sacra pista milonguera.


PAZIENZA

Principianti ? “Perros sarnosos”. “Ingombrano la pista, cambiano direzione improvvisamente, perdono l’equilibrio, urtano, parlano, appaiono goffi”. Questo ed altro si sente spesso, a bassa voce, sui principianti, però domandiamoci: cosa sarebbe il tango senza di loro? Essi sono e saranno sempre la spina dorsale ( non la spina nel fianco) della famiglia tanghera, la quale sopravvive grazie ad essi; ogni “nascita” è garanzia che il ballo , da noi amato, possa durare nel tempo. Urge “ Pazienza” quindi e non solo da parte del principiante ma anche da parte di chi il principiante ammira : compagni avanzati, milongueri esperti, maestri, coloro che talvolta ritengono che egli non meriti una “tanda piadosa” o il diritto dello spazio in una pista.



UMILTA’

“La miglior difesa e l’attacco” ed ecco che alcuni principianti prendendo alla lettera il celebre motto si lanciano sulla pista come se andassero in battaglia, decisi a farsi spazio nonostante le gambe di temibili avversari. Il piacere del ballo è un’altra cosa; il ballo si nutre di attenzione, immaginazione, improvvisazione che rende di volta in volta possibili alcuni movimenti ed impossibili altri, pena la disarmonia interiore ed esteriore.
Melissa Holbrook Pierson nel volume “il veicolo perfetto” dice che muoversi significa, "dar forma allo spazio, riattingere alla fonte originaria, inesauribile del ritmo" mi pare che il pensiero non perda efficacia se esteso al tango.

CORTESIA.

“Hai sbagliato tu, quindi perché devo scusarmi con te se mi sei venuto addosso?” Tutti, muovendo i primi passi abbiamo compiuto questa riflessione ! Con il tempo si scopre che la “ragione” nel tango non è un dogma, le coordinate spazio temporali sono suscettibili di interpretazione, ergo, la fisica della “teoria della relatività” dovrebbe essere applicata anche al tango.. insieme alla cortesia.

PRIME CONCLUSIONI

Il principiante è la figura più diffusa nel mondo del tango, però anche la più debole. La sua inquietudine tiene acceso il sacro fuoco del tango, e corsi, dischi, spettacoli, film, scarpe, souvenir, viaggi a Buenos Aires , a volte non bastano a placare la sua sete di conoscenza, il bisogno di emergere, di riuscire. Siamo altresì consapevoli che senza il principiante non ci sarebbe l’intermedio, né l’avanzato. E’ tempo quindi che questo protagonista indispensabile, riceva le giuste attenzioni e a questo compito tutta la comunità milonghera è chiamata a collaborare, in un apprendistato nel quale “todos somos principiantes”.

Torino, 02.02.2007

Nicola De Concilio

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